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“Ancora una perdita umana, quella di un operaio di una ditta appaltatrice esterna che stava lavorando per conto di Rfi sulla linea Bologna-Venezia, tra Castelmaggiore e San Pietro in Casale. Condivisa e scontata la solidarietà nei confronti delle famiglie delle vittime e la fiducia in coloro che dovranno fare gli accertamenti delle dinamiche dei fatti, rimane inaccettabile la progressione ed il perpetrarsi di episodi tragici ai danni di lavoratori che perdono la vita su cantieri ferroviari. Il ripetersi di episodi tragici, unitamente ai numeri resi dall’Inail nel 2024 relativamente alle dinamiche infortunistiche e fattori di rischio nel ciclo del trasporto ferroviario, impongono, in prima battuta, serie ed immediate riflessioni. Dagli approfondimenti del fenomeno infortunistico nel settore delle ferrovie emerge, attraverso appositi indicatori e dati statistici dell’Inail, come nel 2021 si sono registrati quasi 1600 infortuni, definiti positivi cioè riconosciuti come effettivamente connessi con il lavoro. Dall’analisi dei casi si rileva che circa la metà degli infortunati (48/%) risulta essere dipendente di aziende di altri settori che si infortunano in cantieri ferroviari e dove circa il 60% degli infortuni si concentra nelle fasi di manutenzione/posa dell’armamento (rotaie, traverse ecc.) riportando ed evidenziando così precisi fattori di rischio. Gli episodi, coniugati ai dati rilevati, evidenziano l’urgenza di azioni immediate utili a fornire una reale tutela ai lavoratori, ripensando completamente il sistema delle manutenzioni ferroviarie oggi soggette a forti esternalizzazioni a favore di aziende private che non sempre garantirebbero qualità e sicurezza, imponendo ritmi di lavoro insostenibili, finalizzate prevalentemente alla riduzione del costo del personale.
Se a questo si aggiunge che sulla rete ferroviaria nazionale, fortemente interessata da una crescente cantierizzazione, conseguente ai progetti finanziati prioritariamente dal PNRR, circola un significativo numero di treni viaggiatori e merci, ne consegue una potenziale incremento della pericolosità, laddove non si adottino correttamente le procedure previste. E qui, quindi il tema dei controlli che evidentemente risultano insufficienti, soprattutto in capo alle aziende a cui sono appaltate e subappaltate le lavorazioni. A nostro parere è quindi necessario ripensare l’attuale modello di esternizzazioni delle attività e tendere ad una progressiva re-internalizzazione dei servizi di manutenzione e parallelamente adottando, nei confronti delle imprese esterne un modello di qualificazione delle stesse e, introducendo un modello dinamico fondato su un meccanismo bonus/malus che tenga conto degli investimenti e degli sforzi che le imprese concretamente pongono in essere verso la prevenzione e la tutela di salute e sicurezza, in modo da portare, in modo quasi naturale, le imprese non virtuose fuori dal mercato del lavoro, estromettendole dalla possibilità di accedere agli appalti”
Mauro Mongelli – Segretario generale Faisa Cisal
“Ancora una perdita umana, quella di un operaio di una ditta appaltatrice esterna che stava lavorando per conto di Rfi sulla linea Bologna-Venezia, tra Castelmaggiore e San Pietro in Casale. Condivisa e scontata la solidarietà nei confronti delle famiglie delle vittime e la fiducia in coloro che dovranno fare gli accertamenti delle dinamiche dei fatti, rimane inaccettabile la progressione ed il perpetrarsi di episodi tragici ai danni di lavoratori che perdono la vita su cantieri ferroviari. Il ripetersi di episodi tragici, unitamente ai numeri resi dall’Inail nel 2024 relativamente alle dinamiche infortunistiche e fattori di rischio nel ciclo del trasporto ferroviario, impongono, in prima battuta, serie ed immediate riflessioni. Dagli approfondimenti del fenomeno infortunistico nel settore delle ferrovie emerge, attraverso appositi indicatori e dati statistici dell’Inail, come nel 2021 si sono registrati quasi 1600 infortuni, definiti positivi cioè riconosciuti come effettivamente connessi con il lavoro. Dall’analisi dei casi si rileva che circa la metà degli infortunati (48/%) risulta essere dipendente di aziende di altri settori che si infortunano in cantieri ferroviari e dove circa il 60% degli infortuni si concentra nelle fasi di manutenzione/posa dell’armamento (rotaie, traverse ecc.) riportando ed evidenziando così precisi fattori di rischio. Gli episodi, coniugati ai dati rilevati, evidenziano l’urgenza di azioni immediate utili a fornire una reale tutela ai lavoratori, ripensando completamente il sistema delle manutenzioni ferroviarie oggi soggette a forti esternalizzazioni a favore di aziende private che non sempre garantirebbero qualità e sicurezza, imponendo ritmi di lavoro insostenibili, finalizzate prevalentemente alla riduzione del costo del personale.
Se a questo si aggiunge che sulla rete ferroviaria nazionale, fortemente interessata da una crescente cantierizzazione, conseguente ai progetti finanziati prioritariamente dal PNRR, circola un significativo numero di treni viaggiatori e merci, ne consegue una potenziale incremento della pericolosità, laddove non si adottino correttamente le procedure previste. E qui, quindi il tema dei controlli che evidentemente risultano insufficienti, soprattutto in capo alle aziende a cui sono appaltate e subappaltate le lavorazioni. A nostro parere è quindi necessario ripensare l’attuale modello di esternizzazioni delle attività e tendere ad una progressiva re-internalizzazione dei servizi di manutenzione e parallelamente adottando, nei confronti delle imprese esterne un modello di qualificazione delle stesse e, introducendo un modello dinamico fondato su un meccanismo bonus/malus che tenga conto degli investimenti e degli sforzi che le imprese concretamente pongono in essere verso la prevenzione e la tutela di salute e sicurezza, in modo da portare, in modo quasi naturale, le imprese non virtuose fuori dal mercato del lavoro, estromettendole dalla possibilità di accedere agli appalti”
Mauro Mongelli – Segretario generale Faisa Cisal
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