Capacità amministrativa delle amministrazioni pubbliche: Cisal in audizione alla Camera
Capacità amministrativa delle amministrazioni pubbliche: Cisal in audizione alla Camera
Immagine di copertina di: Capacità amministrativa delle amministrazioni pubbliche: Cisal in audizione alla Camera

Cisal convocata nell’ambito dell’esame del disegno di legge di conversione del decreto recante disposizioni urgenti per il rafforzamento della capacità amministrativa delle amministrazioni pubbliche


La Cisal è stata convocata oggi presso la Camera dei Deputati davanti alle Commissioni Riunite Affari Istituzionali e Lavoro Pubblico e Privato per un confronto sulla conversione in legge del DL 22 aprile 2023 n. 44 ‘Disposizioni urgenti per il rafforzamento della capacità amministrativa delle amministrazioni pubbliche’. Per la Confederazione era presente il segretario confederale, Massimo Blasi: “Esprimiamo un giudizio complessivamente favorevole rispetto all’impostazione generale del decreto sul rafforzamento della PA, provvedimento – ha spiegato – che reca misure utili al miglioramento di una Amministrazione pubblica che presenta ritardi strutturali, emersi ancor più in relazione  alla realizzazione del PNRR. Abbiamo una P.A. sottodimensionata, (abbiamo perso 270mila unità dal 2008), vecchia, dal punto di vista anagrafico e, soprattutto, dal punto di vista funzionale. La nostra P.A. non è più attrattiva per tanti giovani e non lo è, soprattutto, proprio per coloro che possono vantare le professionalità migliori.

Pesa, su questo specifico aspetto, indubbiamente anche il mancato rinnovo dei contratti collettivi di lavoro del pubblico impiego, che significa mancato adeguamento contrattuale e mancata revisione delle attuali condizioni di carriera, delle modalità di svolgimento della prestazione lavorativa e della revisione delle professionalità. Nel mutato contesto macroeconomico, caratterizzato da una inflazione particolarmente alta, l’idea di proseguire con una politica di ritardo sistematico nei rinnovi contrattuali del pubblico impiego di certo rende ancora più pregiudizievole il recupero di competitività della nostra PA con evidenti ricadute negative sulla qualità dei servizi pubblici.

Ecco perché – ha concluso – al di là del complesso di interventi adottati con questo decreto che sono in linea di principio apprezzabili e rispondenti alle esigenze degli Enti coinvolti, resta ferma la necessità di dare attuazione ad un più ampio e strutturato piano di interventi che abbia ad oggetto la politica delle Risorse Umane nella nostra P.A. compresa la stabilizzazione dei precari, con particolare riguardo a quelli degli Enti locali”. 

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Cisal convocata nell’ambito dell’esame del disegno di legge di conversione del decreto recante disposizioni urgenti per il rafforzamento della capacità amministrativa delle amministrazioni pubbliche


La Cisal è stata convocata oggi presso la Camera dei Deputati davanti alle Commissioni Riunite Affari Istituzionali e Lavoro Pubblico e Privato per un confronto sulla conversione in legge del DL 22 aprile 2023 n. 44 ‘Disposizioni urgenti per il rafforzamento della capacità amministrativa delle amministrazioni pubbliche’. Per la Confederazione era presente il segretario confederale, Massimo Blasi: “Esprimiamo un giudizio complessivamente favorevole rispetto all’impostazione generale del decreto sul rafforzamento della PA, provvedimento – ha spiegato – che reca misure utili al miglioramento di una Amministrazione pubblica che presenta ritardi strutturali, emersi ancor più in relazione  alla realizzazione del PNRR. Abbiamo una P.A. sottodimensionata, (abbiamo perso 270mila unità dal 2008), vecchia, dal punto di vista anagrafico e, soprattutto, dal punto di vista funzionale. La nostra P.A. non è più attrattiva per tanti giovani e non lo è, soprattutto, proprio per coloro che possono vantare le professionalità migliori.

Pesa, su questo specifico aspetto, indubbiamente anche il mancato rinnovo dei contratti collettivi di lavoro del pubblico impiego, che significa mancato adeguamento contrattuale e mancata revisione delle attuali condizioni di carriera, delle modalità di svolgimento della prestazione lavorativa e della revisione delle professionalità. Nel mutato contesto macroeconomico, caratterizzato da una inflazione particolarmente alta, l’idea di proseguire con una politica di ritardo sistematico nei rinnovi contrattuali del pubblico impiego di certo rende ancora più pregiudizievole il recupero di competitività della nostra PA con evidenti ricadute negative sulla qualità dei servizi pubblici.

Ecco perché – ha concluso – al di là del complesso di interventi adottati con questo decreto che sono in linea di principio apprezzabili e rispondenti alle esigenze degli Enti coinvolti, resta ferma la necessità di dare attuazione ad un più ampio e strutturato piano di interventi che abbia ad oggetto la politica delle Risorse Umane nella nostra P.A. compresa la stabilizzazione dei precari, con particolare riguardo a quelli degli Enti locali”.