Pensioni: “No all’ampliamento delle finestre in uscita”
Pensioni: “No all’ampliamento delle finestre in uscita”
Immagine di copertina di: Pensioni: “No all’ampliamento delle finestre in uscita”

L’intervento del Segretario Generale, Francesco Cavallaro, in merito alle ipotesi circolate nelle ultime ore 


“La Cisal è contraria all’ipotesi, che sta circolando in questi giorni, di un eventuale allungamento delle finestre in uscita per chi va in pensione di anzianità”. Così Il Segretario Generale della Cisal, Francesco Cavallaro, il quale, nel ricordare “che gli attuali criteri ordinari della cosi detta pensione anticipata, prevedono ben 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne – sottolinea – che si tratta di requisiti già molto stringenti e per coloro che li hanno maturati non è giusto prolungare le finestre a 7 mesi; qui non parliamo di gente che riesce a derogare alla normale anzianità sfruttando norme eccezionali in deroga; se una simile ipotesi fosse attuata si penalizzerebbero lavoratrici e lavoratori che hanno, paradossalmente, l’unico ‘demerito’ di essere entrati relativamente presto in attività e che hanno comunque maturato un’anzianità contributiva ampia, frutto esclusivo del loro lavoro e non di deroghe normative particolari”.

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L’intervento del Segretario Generale, Francesco Cavallaro, in merito alle ipotesi circolate nelle ultime ore 


“La Cisal è contraria all’ipotesi, che sta circolando in questi giorni, di un eventuale allungamento delle finestre in uscita per chi va in pensione di anzianità”. Così Il Segretario Generale della Cisal, Francesco Cavallaro, il quale, nel ricordare “che gli attuali criteri ordinari della cosi detta pensione anticipata, prevedono ben 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne – sottolinea – che si tratta di requisiti già molto stringenti e per coloro che li hanno maturati non è giusto prolungare le finestre a 7 mesi; qui non parliamo di gente che riesce a derogare alla normale anzianità sfruttando norme eccezionali in deroga; se una simile ipotesi fosse attuata si penalizzerebbero lavoratrici e lavoratori che hanno, paradossalmente, l’unico ‘demerito’ di essere entrati relativamente presto in attività e che hanno comunque maturato un’anzianità contributiva ampia, frutto esclusivo del loro lavoro e non di deroghe normative particolari”.