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Il Segretario Generale, Francesco Cavallaro: “In considerazione dell’aggravarsi dello stato pandemico, sarebbe opportuno un intervento normativo teso a derogare ad alcune disposizioni contenute nel Decreto Ministeriale emanato nello scorso mese di ottobre”
Si prende atto che il Governo ha emanato la Circolare del 5 gennaio 2022 con l’intento di sensibilizzare i datori di lavoro privati e gli enti pubblici (più precisamente quelli il cui personale è disciplinato dal d. lgs. 165/01) affinché vengano utilizzati tutti gli strumenti per la massima applicazione del lavoro agile, in considerazione dell’aggravarsi dello stato pandemico.
Rispetto al pubblico impiego, tuttavia, il Segretario Generale della CISAL, Francesco Cavallaro osserva che, per una piena e migliore applicazione dello smart working, sarebbe opportuno un intervento normativo, teso a derogare ad alcune disposizioni contenute nel Decreto Ministeriale emanato nello scorso mese di ottobre dal Ministro Brunetta e attraverso il quale estendere anche per i lavoratori della PA la piena applicazione delle norme sullo stato di emergenza che regolamentano il lavoro agile nel lavoro privato.
Sul fronte del pubblico impiego, infatti, la circolare rischia di rimanere poco incisiva nel fronteggiare un eventuale incremento dei contagi: questo perché le attuali norme sottraggono il pubblico impiego alle disposizioni sullo stato di emergenza e, oltretutto, impongono limitazioni, stabilendo la prevalenza della prestazione lavorativa in presenza, che non trovano alcuna effettiva giustificazione dal punto di vista dell’emergenza sanitaria.
Secondo Cavallaro, sarebbe sufficiente una deroga a tali norme, temporalmente limitata alle fasi più acute della diffusione del contagio, per consentire agli enti pubblici una migliore gestione del lavoro agile, mantenendo la funzionalità dei servizi resi e perseguendo l’interesse generale al contenimento della diffusione dei contagi a cui tendono le attuali indicazioni delle autorità sanitarie.

Il Segretario Generale, Francesco Cavallaro: “In considerazione dell’aggravarsi dello stato pandemico, sarebbe opportuno un intervento normativo teso a derogare ad alcune disposizioni contenute nel Decreto Ministeriale emanato nello scorso mese di ottobre”
Si prende atto che il Governo ha emanato la Circolare del 5 gennaio 2022 con l’intento di sensibilizzare i datori di lavoro privati e gli enti pubblici (più precisamente quelli il cui personale è disciplinato dal d. lgs. 165/01) affinché vengano utilizzati tutti gli strumenti per la massima applicazione del lavoro agile, in considerazione dell’aggravarsi dello stato pandemico.
Rispetto al pubblico impiego, tuttavia, il Segretario Generale della CISAL, Francesco Cavallaro osserva che, per una piena e migliore applicazione dello smart working, sarebbe opportuno un intervento normativo, teso a derogare ad alcune disposizioni contenute nel Decreto Ministeriale emanato nello scorso mese di ottobre dal Ministro Brunetta e attraverso il quale estendere anche per i lavoratori della PA la piena applicazione delle norme sullo stato di emergenza che regolamentano il lavoro agile nel lavoro privato.
Sul fronte del pubblico impiego, infatti, la circolare rischia di rimanere poco incisiva nel fronteggiare un eventuale incremento dei contagi: questo perché le attuali norme sottraggono il pubblico impiego alle disposizioni sullo stato di emergenza e, oltretutto, impongono limitazioni, stabilendo la prevalenza della prestazione lavorativa in presenza, che non trovano alcuna effettiva giustificazione dal punto di vista dell’emergenza sanitaria.
Secondo Cavallaro, sarebbe sufficiente una deroga a tali norme, temporalmente limitata alle fasi più acute della diffusione del contagio, per consentire agli enti pubblici una migliore gestione del lavoro agile, mantenendo la funzionalità dei servizi resi e perseguendo l’interesse generale al contenimento della diffusione dei contagi a cui tendono le attuali indicazioni delle autorità sanitarie.
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