Produzione FCA Torino, Cisal Metalmeccanici: “Tanti dubbi e cauto ottimismo”
Produzione FCA Torino, Cisal Metalmeccanici: “Tanti dubbi e cauto ottimismo”

La nota della segreteria provinciale dopo l’inserimento di 240 lavoratori nel nuovo ciclo produttivo


«Non riusciamo a gioire per la notizia legata alla chiusura del contratto di solidarietà ed il conseguente inserimento di 240 lavoratori con contratto somministrato nel ciclo produttivo di FCA nell’ambito della produzione della 500 elettrica». Così la segretaria provinciale di Torino della Cisal Metalmeccanici che in una nota aggiunge: «Gridare alla ripartenza produttiva di FCA nel Torinese ci sembra alquanto azzardato. Oltre a non tenere conto delle logiche produttive della futura ‘Stellantis’, la FCA francese, è bene ricordare che nel corso degli anni, infatti, ad ogni ingresso in produzione di nuovi modelli, si è sempre avuto questo sbalzo di occupazione. Difficile, quindi, comprendere, se non in un contesto fatto più di parole che di fatti, i proclami delle altre OO.SS pronte ad evidenziare il loro impegno per una ripartenza che purtroppo, come Cisal Metalmeccanici, temiamo non ci sarà. Manteniamo quindi un cauto ottimismo fatto di tanti dubbi e tante risposte mancanti, a partire dal numero dei lavoratori che, in questi ultimi anni, sono diminuiti o si sono ammalati all’interno della fabbrica più importante d’Italia».

La nota della segreteria provinciale dopo l’inserimento di 240 lavoratori nel nuovo ciclo produttivo


«Non riusciamo a gioire per la notizia legata alla chiusura del contratto di solidarietà ed il conseguente inserimento di 240 lavoratori con contratto somministrato nel ciclo produttivo di FCA nell’ambito della produzione della 500 elettrica». Così la segretaria provinciale di Torino della Cisal Metalmeccanici che in una nota aggiunge: «Gridare alla ripartenza produttiva di FCA nel Torinese ci sembra alquanto azzardato. Oltre a non tenere conto delle logiche produttive della futura ‘Stellantis’, la FCA francese, è bene ricordare che nel corso degli anni, infatti, ad ogni ingresso in produzione di nuovi modelli, si è sempre avuto questo sbalzo di occupazione. Difficile, quindi, comprendere, se non in un contesto fatto più di parole che di fatti, i proclami delle altre OO.SS pronte ad evidenziare il loro impegno per una ripartenza che purtroppo, come Cisal Metalmeccanici, temiamo non ci sarà. Manteniamo quindi un cauto ottimismo fatto di tanti dubbi e tante risposte mancanti, a partire dal numero dei lavoratori che, in questi ultimi anni, sono diminuiti o si sono ammalati all’interno della fabbrica più importante d’Italia».