Sciopero del Trasporto pubblico locale, le motivazioni della Faisa Cisal
Sciopero del Trasporto pubblico locale, le motivazioni della Faisa Cisal
Immagine di copertina di: Sciopero del Trasporto pubblico locale, le motivazioni della Faisa Cisal

Mongelli: “Paese ancora bloccato a causa di aziende irremovibili”


In tutta Italia è in corso il terzo sciopero delle lavoratrici e dei lavoratori del TPL per il rinnovo del CCNL proclamato dalle Segreterie Nazionali di Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Faisa Cisal, Ugl Fna. Ne parliamo con il Segretario Generale della FAISA CISAL Mauro Mongelli.

Quali i motivi dello Sciopero?

Il Sindacato è stato costretto a proclamare una ulteriore giornata  di sciopero dell’intero settore perché malgrado i sacrifici affrontati quest’anno dalle lavoratrici e dai lavoratori, e nonostante gli stanziamenti dal Governo alle aziende del TPL, pari a circa 2.8 miliardi, a copertura sia dei mancati ricavi da tariffazione ma anche a salvaguardia della sostenibilità ambientale, sociale ed economica del Paese, si continuano a ricevere dalle Rappresentanze Datoriali ASSTRA AGENS ANAV proposte inaccettabili sul rinnovo del Contratto.

Le Aziende, per il tramite delle loro rappresentanze, pur riconoscendo a parole il ruolo cruciale dei loro dipendenti, soprattutto per il lavoro svolto in tutte le fasi della pandemia, continuano ad ignorare le loro esigenze dei lavoratori, preoccupandosi esclusivamente di incrementare gli utili di bilancio, che, forse, nei prossimi mesi appariranno meno catastrofici di quanto ci si aspetti. Si ricordi come molte lavoratrici e lavoratori del settore, pur continuando a fornire loro indispensabile contributo, sono stati sospesi dal lavoro e posti in cassa integrazione vedendo drasticamente ridotto il proprio reddito. E’ necessario superare l’inaccettabile diktat delle aziende del settore, che vorrebbero cancellare il triennio contrattuale 2018/2020 e negare i dovuti adeguamenti, producendo così una perdita di potere d’acquisto di stipendi congelati da anni di stasi contrattuale.

Il Governo in questa fase ha fatto la sua parte?

Certamente, si potrebbe fare meglio ma non si può ignorare che, anche sulla base delle sollecitazioni dei diversi portatori di interesse, sindacati compresi, sia il precedente che questo Governo, hanno ristorato il settore con ingenti somme adottando misure per mitigare il negativo impatto economico indotto dalla pandemia.

Proprio per questa ragione, contestualmente all’azione di sciopero, sono stati organizzati presidi sia territoriali, ma soprattutto innanzi al MIMS, per portare all’attenzione proprio del Governo le pesanti responsabilità delle associazioni ASSTRA, AGENS ed ANAV.

Il CCNL, intersecandosi con una annunciata riforma del settore, deve assicurare un reale ammodernamento delle norme contrattuali, per superare bassi salari e garantire salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, unitamente al miglioramento della conciliazione dei tempi di vita e di lavoro.

Ecco perché il CCNL, oltre ad essere un diritto, è un valore che non può essere cancellato o depotenziato; il contratto di settore non può essere autofinanziato più di quanto sia avvenuto sin ora ricorrendo a flessibilità di lavoro ormai saturate.

Non sarà un caso quindi che, laddove le aziende manifestino una loro percezione di possibili decurtazioni economiche al Fondo Nazionale Trasporti, le loro associazioni di rappresentanza alzano barricate alle richieste legittime dei lavoratori all’adeguamento delle retribuzioni che loro consentirebbero solo a condizione che siano autofinanziate con ulteriori flessibilità o con la rinegoziazione di diritti acquisiti.

Evidentemente, fermo restando le attuali aree di competenza contrattuale (Nazionale e di II livello) il sistema va rivisto, andando a prevedere un incremento ed indicizzazione delle risorse destinate, ponendo, però, precisi vincoli di utilizzo alle somme finanziate dallo Stato, tanto da condizionarle agli effettivi rinnovi contrattuali nei tempi stabiliti, introducendo, inoltre, penalità per le aziende chi si sottraggono alla contrattazione di II livello.  

Mauro Mongelli – Segretario Generale Faisa Cisal

Scarica qui il pdf dell’articolo pubblicato su ItaliaOggi

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Mongelli: “Paese ancora bloccato a causa di aziende irremovibili”


In tutta Italia è in corso il terzo sciopero delle lavoratrici e dei lavoratori del TPL per il rinnovo del CCNL proclamato dalle Segreterie Nazionali di Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Faisa Cisal, Ugl Fna. Ne parliamo con il Segretario Generale della FAISA CISAL Mauro Mongelli.

Quali i motivi dello Sciopero?

Il Sindacato è stato costretto a proclamare una ulteriore giornata  di sciopero dell’intero settore perché malgrado i sacrifici affrontati quest’anno dalle lavoratrici e dai lavoratori, e nonostante gli stanziamenti dal Governo alle aziende del TPL, pari a circa 2.8 miliardi, a copertura sia dei mancati ricavi da tariffazione ma anche a salvaguardia della sostenibilità ambientale, sociale ed economica del Paese, si continuano a ricevere dalle Rappresentanze Datoriali ASSTRA AGENS ANAV proposte inaccettabili sul rinnovo del Contratto.

Le Aziende, per il tramite delle loro rappresentanze, pur riconoscendo a parole il ruolo cruciale dei loro dipendenti, soprattutto per il lavoro svolto in tutte le fasi della pandemia, continuano ad ignorare le loro esigenze dei lavoratori, preoccupandosi esclusivamente di incrementare gli utili di bilancio, che, forse, nei prossimi mesi appariranno meno catastrofici di quanto ci si aspetti. Si ricordi come molte lavoratrici e lavoratori del settore, pur continuando a fornire loro indispensabile contributo, sono stati sospesi dal lavoro e posti in cassa integrazione vedendo drasticamente ridotto il proprio reddito. E’ necessario superare l’inaccettabile diktat delle aziende del settore, che vorrebbero cancellare il triennio contrattuale 2018/2020 e negare i dovuti adeguamenti, producendo così una perdita di potere d’acquisto di stipendi congelati da anni di stasi contrattuale.

Il Governo in questa fase ha fatto la sua parte?

Certamente, si potrebbe fare meglio ma non si può ignorare che, anche sulla base delle sollecitazioni dei diversi portatori di interesse, sindacati compresi, sia il precedente che questo Governo, hanno ristorato il settore con ingenti somme adottando misure per mitigare il negativo impatto economico indotto dalla pandemia.

Proprio per questa ragione, contestualmente all’azione di sciopero, sono stati organizzati presidi sia territoriali, ma soprattutto innanzi al MIMS, per portare all’attenzione proprio del Governo le pesanti responsabilità delle associazioni ASSTRA, AGENS ed ANAV.

Il CCNL, intersecandosi con una annunciata riforma del settore, deve assicurare un reale ammodernamento delle norme contrattuali, per superare bassi salari e garantire salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, unitamente al miglioramento della conciliazione dei tempi di vita e di lavoro.

Ecco perché il CCNL, oltre ad essere un diritto, è un valore che non può essere cancellato o depotenziato; il contratto di settore non può essere autofinanziato più di quanto sia avvenuto sin ora ricorrendo a flessibilità di lavoro ormai saturate.

Non sarà un caso quindi che, laddove le aziende manifestino una loro percezione di possibili decurtazioni economiche al Fondo Nazionale Trasporti, le loro associazioni di rappresentanza alzano barricate alle richieste legittime dei lavoratori all’adeguamento delle retribuzioni che loro consentirebbero solo a condizione che siano autofinanziate con ulteriori flessibilità o con la rinegoziazione di diritti acquisiti.

Evidentemente, fermo restando le attuali aree di competenza contrattuale (Nazionale e di II livello) il sistema va rivisto, andando a prevedere un incremento ed indicizzazione delle risorse destinate, ponendo, però, precisi vincoli di utilizzo alle somme finanziate dallo Stato, tanto da condizionarle agli effettivi rinnovi contrattuali nei tempi stabiliti, introducendo, inoltre, penalità per le aziende chi si sottraggono alla contrattazione di II livello.  

Mauro Mongelli – Segretario Generale Faisa Cisal

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