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I dirigenti sindacali Campanaro e Tedesco: «Temiamo ripercussioni sulle garanzie dei lavoratori»
«Manifestiamo contrarietà e disappunto rispetto a quanto contenuto nel decreto dirigenziale 10202 del 18 luglio c.a. adottato dalla U.O.A Politiche della Montagna, Foreste, Forestazione e Difesa del suolo della Regione Calabria». Questo quanto affermato, in una nota, dai dirigenti regionali del sindacato del Csa-Cisal Giuseppe Campanaro e Gianluca Tedesco che sottolineano: «Con il suddetto decreto si avvia l’iter per valutare la possibile trasformazione di Azienda Calabria Verde da Ente pubblico non economico ad ente pubblico economico, con tutte le ricadute e gli effetti che ne conseguono».
«Questa sigla sindacale – sottolineano i due dirigenti – che rappresenta dipendenti di una pubblica amministrazione, con contratto CCNL Funzioni Locali, è preoccupata che la trasformazione della natura giuridica dell’ente (da ente pubblico non economico ad ente pubblico economico) agisca negativamente sulle garanzie e sulle opportunità dei lavoratori, sulle loro carriere, sul loro futuro e sulla loro stabilità lavorativa».
«In Italia – continuano Campanaro e Tedesco – tutte le più grandi Aziende Forestali Regionali, sono Enti Pubblici non economici e quindi pubbliche amministrazioni (FORESTAS in Sardegna, ERSAF in Lombardia, AFOR in Umbria) mentre in Calabria si vorrebbe modificare la natura giuridica di Azienda Calabria Verde facendolo diventare Ente Pubblico economico (che significherebbe non essere più una pubblica amministrazione) intraprendendo un percorso di cui è incerto l’approdo».
«Non vogliamo – affermano ancora – che si ripeta quanto successo con Azienda Calabria Lavoro (prima ente pubblico economico e successivamente, dopo il fallimento di quell’assetto giuridico-normativo trasformata in ente pubblico non economico); temiamo che possa ripetersi quanto accaduto con il CORAP (ente pubblico economico posto in liquidazione coatta amministrativa con dipendenti senza stipendio da oltre 18 mesi). Quali rappresentanti sindacali di dipendenti attualmente inquadrati all’interno di una pubblica amministrazione, titolari di un determinato contratto nazionale, non possiamo che manifestare perplessità e preoccupazione per una scelta di cui non si comprendono, allo stato, sviluppi e conseguenze».
«Al fine di conservare l’attuale natura giuridica di Calabria Verde (pubblica amministrazione) e garantire il contratto in essere con le garanzie che ne conseguono – concludono Campanaro e Tedesco – avvieremo un serrato confronto con Presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, e con tutti gli Assessori della sua Giunta al fine di palesare come questa iniziativa sia anti-storica e tecnicamente poco funzionale alla mission e alle funzioni di Azienda Calabria Verde».
I dirigenti sindacali Campanaro e Tedesco: «Temiamo ripercussioni sulle garanzie dei lavoratori»
«Manifestiamo contrarietà e disappunto rispetto a quanto contenuto nel decreto dirigenziale 10202 del 18 luglio c.a. adottato dalla U.O.A Politiche della Montagna, Foreste, Forestazione e Difesa del suolo della Regione Calabria». Questo quanto affermato, in una nota, dai dirigenti regionali del sindacato del Csa-Cisal Giuseppe Campanaro e Gianluca Tedesco che sottolineano: «Con il suddetto decreto si avvia l’iter per valutare la possibile trasformazione di Azienda Calabria Verde da Ente pubblico non economico ad ente pubblico economico, con tutte le ricadute e gli effetti che ne conseguono».
«Questa sigla sindacale – sottolineano i due dirigenti – che rappresenta dipendenti di una pubblica amministrazione, con contratto CCNL Funzioni Locali, è preoccupata che la trasformazione della natura giuridica dell’ente (da ente pubblico non economico ad ente pubblico economico) agisca negativamente sulle garanzie e sulle opportunità dei lavoratori, sulle loro carriere, sul loro futuro e sulla loro stabilità lavorativa».
«In Italia – continuano Campanaro e Tedesco – tutte le più grandi Aziende Forestali Regionali, sono Enti Pubblici non economici e quindi pubbliche amministrazioni (FORESTAS in Sardegna, ERSAF in Lombardia, AFOR in Umbria) mentre in Calabria si vorrebbe modificare la natura giuridica di Azienda Calabria Verde facendolo diventare Ente Pubblico economico (che significherebbe non essere più una pubblica amministrazione) intraprendendo un percorso di cui è incerto l’approdo».
«Non vogliamo – affermano ancora – che si ripeta quanto successo con Azienda Calabria Lavoro (prima ente pubblico economico e successivamente, dopo il fallimento di quell’assetto giuridico-normativo trasformata in ente pubblico non economico); temiamo che possa ripetersi quanto accaduto con il CORAP (ente pubblico economico posto in liquidazione coatta amministrativa con dipendenti senza stipendio da oltre 18 mesi). Quali rappresentanti sindacali di dipendenti attualmente inquadrati all’interno di una pubblica amministrazione, titolari di un determinato contratto nazionale, non possiamo che manifestare perplessità e preoccupazione per una scelta di cui non si comprendono, allo stato, sviluppi e conseguenze».
«Al fine di conservare l’attuale natura giuridica di Calabria Verde (pubblica amministrazione) e garantire il contratto in essere con le garanzie che ne conseguono – concludono Campanaro e Tedesco – avvieremo un serrato confronto con Presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, e con tutti gli Assessori della sua Giunta al fine di palesare come questa iniziativa sia anti-storica e tecnicamente poco funzionale alla mission e alle funzioni di Azienda Calabria Verde».
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