Salario minimo: “Bene coinvolgere Cnel e parti sociali”
Salario minimo: “Bene coinvolgere Cnel e parti sociali”
Immagine di copertina di: Salario minimo: “Bene coinvolgere Cnel e parti sociali”

L’intervento del Segretario Generale, Francesco Cavallaro, dopo il vertice governo-opposizione


“Condividiamo la proposta del premier Meloni di coinvolgere il Cnel e le parti sociali che in esso sono rappresentate per addivenire ad una proposta valida sul lavoro povero e salari bassi. Una indicazione molto vicina alla nostra richiesta di istituire un Osservatorio Nazionale sulle Retribuzioni che, in sinergia con il CNEL, vada a rilevare le modalità di intervento per migliorare le retribuzioni e verificare la congruità dei contratti collettivi di lavoro, indicando, lì dove necessario, un intervento per innalzare i salari. La via maestra resta potenziare la contrattazione collettiva supportandola con normative fiscali e contributive, soprattutto quando essa promuove modelli virtuosi, legati a produttività, innovazione, welfare aziendale e partecipazione dei lavoratori. E poi bisogna rivedere le norme sull’indennità di vacanza contrattuale. Incrementandola progressivamente in relazione al ritardo con cui si rinnovano i contratti – conclude Cavallaro – si potrebbe, da subito, tutelare la retribuzione di milioni di lavoratori ma soprattutto stimolare le parti datoriali a dare seguito ai rinnovi medesimi”.

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L’intervento del Segretario Generale, Francesco Cavallaro, dopo il vertice governo-opposizione


“Condividiamo la proposta del premier Meloni di coinvolgere il Cnel e le parti sociali che in esso sono rappresentate per addivenire ad una proposta valida sul lavoro povero e salari bassi. Una indicazione molto vicina alla nostra richiesta di istituire un Osservatorio Nazionale sulle Retribuzioni che, in sinergia con il CNEL, vada a rilevare le modalità di intervento per migliorare le retribuzioni e verificare la congruità dei contratti collettivi di lavoro, indicando, lì dove necessario, un intervento per innalzare i salari. La via maestra resta potenziare la contrattazione collettiva supportandola con normative fiscali e contributive, soprattutto quando essa promuove modelli virtuosi, legati a produttività, innovazione, welfare aziendale e partecipazione dei lavoratori. E poi bisogna rivedere le norme sull’indennità di vacanza contrattuale. Incrementandola progressivamente in relazione al ritardo con cui si rinnovano i contratti – conclude Cavallaro – si potrebbe, da subito, tutelare la retribuzione di milioni di lavoratori ma soprattutto stimolare le parti datoriali a dare seguito ai rinnovi medesimi”.